Non so se e come riuscirò a terminare questo racconto, poichè la stanchezza accumulata nel corso della giornata, in oltre sei ore di caccia sulle mitiche pendici del Monte Peglia, mi rende difficile tradurre sulla tastiera del pc le forti emozioni appena vissute alla corte della Regina. Una Regina che si è presa gioco di me, irridendo furbescamente il mio giovane setter inglese, ripetutamente inchiodato sulla "calda", appena abbandonata dalla fantomatica Creatura con voli saettanti e tutti maledettamente fuori portata del mio ultraleggero calibro 20.
Ad essere sinceri fino in fondo devo dire però che, sulla prima rimessa, alla seconda ferma di Devil, la Regina ha commesso un errore sbagliando la via di fuga, dando a me la potenziale opportunità di raggiungerla, da una distanza di circa 35 metri, con due fulminee stoccate. Purtroppo però anche io ho commesso un errore. Anzi no...ne ho commessi due, perchè entrambi i colpi sono andati incredibilmente a vuoto!!!
Nonostante la bruciante delusione, la corte alla beffarda, intrigante creatura è andata avanti, pressante e continua, per altre tre ore, con ferme stupende di Devil e avvistamenti lampo della "Sorniona", tutti, purtroppo, regolarmente fuori tiro.
Alle tredici e trenta, dopo una veloce, frugalissima colazione, abbandono il campo di battaglia, libero lo zio di Devil, il generosissimo Jimmy, e inizio una nuova avventura in una zona boscosa a circa cinquecento metri di distanza dalla prima.
L'impresa, è inutile nasconderlo, si presenta subito alquanto difficile, perchè il bosco, più che da Regine, sembrerebbe da Re di Macchia, essendo abbondantemente assortito di pruni, rovi, marruche e di quant'altro possa essere stato messo lì, per lacerare panni e pelle in abbondanza.
Ma la passione per la Regina è almeno tre metri più su dell'infinito e non si lascia per nulla intimidire dal peso degli anni e dagli ostacoli della natura.
Spinti, sorretti e guidati da questa grande forza sconosciuta, ci inoltriamo nel folto della macchia, cercando di sfuggire all’abbraccio insidioso dei rovi.
Mentre Io e Devil, essendo ormai a corto di energie, avanziamo lentamente e con grande fatica, Jimmy, come una vera, gioiosa macchina vivente, spazia alla sua maniera, scendendo e risalendo la china con estrema facilità alla ricerca della mitica preda.
Mentre lo osservo, a circa 150 metri, risalire, con andatura possente e decisa, l’altro versante della macchia, improvvisamente il suono del beeper inizia a battere il tempo, imitando il verso del falco, segno inconfondibile che Jimmy era in ferma.
Al richiamo del beeper del blasonato parente, risponde subito, in estatico consenso, il giovane Devil, mentre Io sono sempre lì, a distanza e con il cuore in gola, a godermi lo spettacolo. Uno spettacolo breve ma straordinario, con la Protagonista assoluta della rappresentazione che resta inspiegabilmente dietro le quinte, per poi andarsene furtivamente, senza curarsi di chi era addirittura riuscito a coprire con fatica la distanza e a prendere posto in prima fila per applaudire fragorosamente quella che doveva essere la sua ultima scena.
Un rito magico che…. Grazie al Cielo, ho potuto celebrare poco dopo sul grande palcoscenico della natura, con il giovane, Devil, protagonista assoluto di una ferma stupenda sulla vicina “rimessa” e con il velocissimo Jimmy impegnato subito dopo a recuperare la Regale Creatura, finalmente sacrificata, con il calibro 20, sull’altare di Artemide, Dea della Caccia.
Diego Baccarelli