Enpa e LAV hanno presentato una
diffida nei confronti dell’Enci (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana), con l'accusa di aver diffuso
informazioni non conformi alla normativa vigente relativamente alle mutilazioni canine, accusando l'ente di istigazione al reato.
Il fatto è che sul sito internet dell’Enci sarebbero ancora pubblicati riferimenti normativi e informazioni non corrette sull'argomento che secondo le due associazioni animaliste possono potenzialmente far ritenere legali tali pratiche, almeno in circostanze particolari.
Con la diffida le Associazioni intendono precisare che
tutte le mutilazioni, compreso il taglio della coda, sono vietate dalla Legge 4 novembre 2010 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia”, che nella Convenzione citata, all'articolo 10, accettato dall’Italia senza riserve, dispone infatti che “Gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati, in particolare:
a) il taglio della coda;
b) il taglio delle orecchie (…)”,
escludendo, quindi, deroghe.
Gli eventuali trasgressori possono incorrere nel reato di maltrattamento di animali, previsto e punito dall’articolo 544-ter del Codice penale “con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”.
Enpa e LAV nel diffidare l’Enci e i suoi responsabili legali dal continuare a diffondere informazioni in contrasto con la normativa vigente, informano l’Ente che ogni dichiarazione interpretativa non conforme alla normativa sarà valutata e denunciata secondo termini di legge.