Una terribile morte quella di Vito Guastella, camionista della provincia di Trapani attaccato ieri da un branco di cani randagi nel piazzale di una ditta di trasporti tra Livorno e Pisa. Stava per agganciare il rimorchio alla motrice quando è stato sorpreso dai grossi meticci, già per altro segnalati nella stessa zona nei giorni precedenti.
Gli animali si sono comportati come avrebbero fatto su qualsiasi altra preda, hanno iniziato a divorarlo e a nulla è servito il tentativo dell'uomo di trascinarsi verso una recinzione. E' stato finito sul piazzale e la scena che i carabinieri si sono trovati davanti è stata agghiacciante: “delle gambe – ha raccontato alla stampa un colonnello – sono rimaste solo le ossa”. Del resto i cani hanno agito indisturbati: in quel momento Guastella era solo e di lui si è accorta la donna delle pulizie solo quando era già morto.
Sul posto sono arrivati anche i veterinari dell'Asl per le operazioni di cattura degli animali. Troppo tardi. Era da diverso tempo che i camionisti avevano paura di scendere dai tir per la presenza dei cani e qualcosa evidentemente doveva essere fatto prima. Ma questo, stando ai fatti, è uno dei tanti problemi che in Italia non si affrontano con la dovuta serietà fino a che non ci scappa il morto. Ovviamente solo fino a quando le acque non si sono calmate, poi tutto torna come prima.
A complicare le cose ci si mette di mezzo la burocrazia e i cavilli interpretativi: la Asl livornese ha fatto sapere che non ha agito prima perché quei cani, che in quel piazzale sostavano da diversi giorni (a quanto pare nutriti saltuariamente da una donna rumena che abita lì vicino in una roulotte), per legge, quindi, ha fatto sapere l'ente, appartengono al proprietario del terreno nel quale abitualmente dimoravano.