Cani vegetariani. Così si intitola un libro appena uscito in libreria dedicato alla nutrizione animal friendly del miglior amico dell'uomo. Un manuale scritto da una convinta animalista, Verona ReBow, che parte da una serie di domande per arrivare a concludere che oltre che eticamente giusto, scegliere cibo esclusivamente vegetale è anche funzionale alla salute e al temperamento del cane.
Si cerca così di salvare capre e cavoli (solo in senso figurato, perché dei cavoli non interessa nulla a nessuno) semplicemente perchè gli animalisti, per definizione, amano gli animali, tutti. Ma hanno anche numerosi animali domestici che si nutrono di altri animali. Nessuna cattiveria, lo ha deciso la natura per loro, dotandoli di istinto di caccia (che per la verità nei cani e gatti d'appartamento è solo un lontano ricordo) e di canini acuminati. La chiara contraddizione deve aver esasperato i cultori dell'ideologia animalista a tal punto da portare ultimamente molti tra loro a studiare diete vegetariane sapientemente bilanciate per i propri pets, trasformandoli infine in ex carnivori e chiudendo così il conflitto con la propria coscienza.
A forza di contraddizioni mal digerite, l'ideologia animalista svela così la propria vera faccia e la propria natura tragicomica. Proprio come fa ogni religione imponendo le proprie credenze su realtà oggettive, gli animalisti cercano di adattare la natura a proprio piacimento imponendo nuovi dogmi. Il povero cane o gatto che sia è così privato della propria natura e ridotto ad un misero surrogato della coscienza animalista del padrone.
Nessuno vuole mettere in discussione la giusta sensibilità verso i nostri amici animali ma è ovvio e opportuno considerare che se portata allo stremo, come qualsiasi altra passione umana, si trasforma in qualcosa dal sapore inequivocabilmente fanatista.