Le ipotesi di maltrattamento e di grave incuria dei cani destinati alla vivisezione sono state per mesi il perno su cui gli animalisti avevano puntato le loro forze per chiudere definitivamente Green Hill, l'allevamento di Montichiari dove si producono beagle destinati alla sperimentazione scientifica di mezza Europa per conto del colosso multinazionale Marshall.
Ma l'indagine condotta dalla Procura di Brescia dopo le denunce degli attivisti dell'Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), semmai sembra aver accertato il contrario: nessuna irregolarità, né maltrattamento sugli animali, tanto da chiedere l'immediata archiviazione del caso al Gip.
Che questa denuncia fosse un pretesto qualsiasi per una battaglia a tutto campo contro la vivisezione era chiaro fin dall'inizio. Tanto più ora che la norma presentata dalla Brambilla e approvata già dalla Camera sul divieto di allevare cani, gatti e primati per scopi scientifici su tutto il territorio nazionale, potrebbe essere stravolta ora in Senato, visto che in Commissione Politiche Comunitarie sono state convocate audizioni proprio su questo provvedimento. "A nostro avviso - dice la Federazione - tali audizioni potrebbero configurare una sorta di `invasione di campo´ da parte di una commissione che ha il compito di valutare i profili attinenti la compatibilità con la legislazione europea del testo in esame, quanto al resto prendendo semplicemente atto dei pareri formulati dalle commissioni competenti per materia e senza entrare nel merito".