Ieri vi abbiamo dato conto della vicenda giudiziaria che sta vivendo Alberto Beretta, cacciatore cui dopo una denuncia è stato sequestrato il fidato setter Poker, attualmente rinchiuso in un canile. Il Pubblico Ministero ha in seguito rifiutato la restituzione del cane argomentando che “l'affidamento del cane a un cacciatore non è un bene”.
Proprio questa frase pare abbia scatenato il mondo venatorio mantovano, che si è mosso per rispondere per le rime ad una simile palese discriminazione. Sulla gazzetta di Mantova in questi giorni è stata data notizia delle attestazioni di solidarietà pervenute dalle associazioni venatorie. Oltre a Mauro Messori, presidente Fidc Mantova, che difenderà Beretta in tribunale, Demis Fracca di Enalcaccia ha aggiunto “conosco il caso di Beretta e posso dirvi che nella quasi totalità dei casi il cacciatore tratta i suoi cani meglio della moglie”.
Anche il consigliere regionale del Pd Giovanni Pavesi, lui stesso cacciatore, si è fatto sentire: “Se davvero il pm ha detto che è sbagliato affidare un cane ad un cacciatore – ha aggiunto - siamo di fronte ad una generalizzazione clamorosamente sbagliata. Io ho cinque cani e conosco l’amore che ogni cacciatore ha per i propri animali. Beretta dovrà essere giudicato, ma la crociata a priori contro la categoria non mi piace".