1086 nuovi cani e 356 gatti: sono i numeri relativi ai randagi ospitati da gennaio a luglio nel canile della Muratella di Roma. Di questi sono stati dati in adozione
654 cani e 99 gatti, mentre 234 cani smarriti e 17 gatti sono stati restituiti ai proprietari. Altri numeri: 116 i felini morti o soppressi perché incurabili, 80 cani dati in affido non definitivo e 105 gatti distribuiti fra oasi o colonie.
Numeri elevati, che testimoniano un
lavoro enorme e una notevole spesa da parte dei comuni per gestire tutti questi animali abbandonati, prima di riuscire a collocarli. Le risorse in tempo di crisi però diminuiscono a fronte di un problema che sembra addirittura aumentare, con le famiglie che non sono più in grado in molti casi di occuparsi degli amati pet e le amministrazioni che non sanno più dove prendere i soldi per accudirli.
A Roma per esempio il comune ha tolto ogni sostegno alle cosiddette gattare. Secondo la denuncia del sindacato italiano dei veterinari liberi professionisti, alcune di loro "si organizzano per raccogliere gatti di proprietà e li fanno sterilizzare gratuitamente da ambulatori pubblici (spacciandoli per randagi) e restituendoli ai proprietari dietro compenso di alcune decine di euro, naturalmente in nero". Se si pensa che il Ministero della Salute stima circa 2 milioni di gatti randagi in Italia, ma che i gatti sterilizzati non sono più di 69 mila, il calcolo di una sicura crescita esponenziale è presto fatto. Dove li mettteranno quando le strutture non riusciranno più a contenerli e i soldi per le sterlizzazioni saranno terminati?