"Senza ipotizzare tasse sulla proprieta',
se 1,5 milioni di animali ogni anno fossero "venduti" anziche' ceduti/adottati, garantirebbero maggiore tracciabilita' e renderebbero all'erario minimo 75milioni! Sostenere che "un animale non si vende" danneggia l'uomo e anche l'animale". La pensa così Federfauna segnalando che l'aumento generale delle vendite di tali prodotti per animali, pare accompagnato da un calo notevole della vendita di animali (-30%).
Gli animali quindi arrivano a casa dei proprietari attraverso "altri" canali, molto spesso non cosi' tracciabili e trasparenti. Il fenomeno, che era gia' stato evidenziato nel 2010 da un'indagine SWG condotta per AISAD Confesercenti, sui "Canali e modalita' di acquisto degli animali domestici da compagnia", si conferma aggravato da i dati raccolti da FederFauna nei mesi di luglio e agosto 2012, con piu' di 100 interviste telefoniche a proprietari/gestori di negozi per animali e piu' di 1000 a proprietari di pet.
Circa il 45% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di
aver ricevuto in regalo il proprio animale e che quindi non sa da dove provenga e circa il 23% ha dichiarato di averlo adottato, ma solo meno del 30% da un canile. E non e' chiaro nemmeno quante di queste adozioni siano avvenute a titolo oneroso (a fronte di una "donazione" o di un "rimborso spese"), ne' quanto importi il giro d'affari, visto che pochissimi (circa il 20%) hanno dichiarato di avere o di non avere sborsato quattrini e molti, invece, hanno preferito non rispondere alla domanda. Si conferma pero' che
solo meno del 20% dei proprietari italiani abbia acquisito il proprio animale attraverso un acquisto, ed anche in questa gia' risicata percentuale sembra che oltre il 50% sia dato da acquisti presso privati, molte volte conosciuti attraverso internet, talvolta presso fiere e mercati, spesso e volentieri senza uno straccio di fattura o ricevuta fiscale. Esistono addirittura dei casi limite di cuccioli venduti on line da sedicenti allevatori amatoriali, ceduti senza alcuna documentazione fiscale.
FederFauna, che nel corso dell'anno ha gia' inviato ai rappresentanti del Governo proposte per incentivare l'emersione delle attivita' economiche sommerse connesse agli animali attraverso il rilancio del settore, alla luce di questi nuovi dati ribadisce le proprie posizioni, avvalorandole con un calcolo semplicissimo:
Le stime di Euromonitor parlano di quasi 15 milioni tra cani e gatti ospitati nelle famiglie italiane. Con una vita media di 10 anni, ogni anno devono essere acquisiti circa 1,5 milioni di animali solo per mantenere il numero attuale. Senza ipotizzare tasse sulla proprieta' che molti cercherebbero di evadere, creando ancora maggior sommerso, se questi animali fossero regolarmente "venduti" anziche' ceduti/adottati, non solo sarebbero tutti tracciabili, ma renderebbero all'erario ogni anno minimo 75milioni! (ipotizzando un forfait tra iva e tasse di soli 50 euro!).