Sul Giornale di Brescia sabato scorso è apparsa una bella lettera di
Egidio Bonomi, noto e stimato giornalista bresciano, che invita a riflettere sul nostro
rapporto con gli animali domestici e a ritrovare un equilibrio che sembra ormai perduto. “I cani über alles, sopra tutti – scrive -. Quasi non c'è trasmissione televisiva che non ne contempli.
L'esagerazione divenuta normalità”. “Non ho nulla contro gli amici dell'uomo” spiega il giornalista, che di cani ha avuti tre, dice, trattandoli con rispetto e attenzione, ma in quanto cani, non umani. Il punto è che quello che chiama “
neo fanatismo, Brambilla in testa” per Bonomi è dannoso per gli stessi animali, che vengono sviliti e snaturati.
Per fare capire meglio cita esempi vissuti: una signora che porta nel passeggino un cagnolino invece che un bimbo e cani chiamati con nomi di persone. “Ettore, Ugo, Bortolo, Giovanni quelli che mi vengono alla mente – dice Bonomi - assieme alle rispettive signore le quali non disdegnano, come la maggior parte delle «padrone» canine (anche il sostantivo padrone è politicamente scorretto perché
amerebbero meglio essere chiamate «mamme») di appellare il proprio... rampollo: «Il mio bambino...». Altro vezzo conclamato da attrici famose: ospitare nel proprio letto il cane od i cani”.
Altro capitolo,
il cibo per animali, che sfocia nella leccornia: “crocchette, polpettine, pasticcini, carni scelte... ben altro dei resti della tavola, oggi sarebbero comunque eccellenti, rispetto a tempi ben più magri, con un costo per nulla relativo. Per carità! liberi di destinare a piacere le proprio risorse, pure risicate”.
"Tralasciamo il discorso degli escrementi lasciati spesso sui marciapiedi - continua il giornalista - negli spazi verdi, nei giardini... Ora -conclude -, so di andare incontro a reazioni già sperimentate nel 2003, quando, in prima pagina di questo giornale, scrissi una nota nella quale sottolineavo che, in Europa, gli eccessi verso cani e gatti avevano portato al diabete il 25% di questi animali. L'escalation sembra non conoscere remissione e fa fiorire un pensiero acidulo: l'esagerazione comportamentale, televisiva, visiva, comunicativa, fa sortire l'effetto contrario, porta al «non se ne può più». La misura, l'equilibrio sembrano bestemmie, il buon senso un non senso. Pazienza, sono pronto a ricevere rimbrotti a valanga, ma sarebbe miracoloso se accanto all'Associazione per la protezione degli animali, nascesse un'Associazione per la protezione dell'uomo".