Si chiama "antidoto" il
progetto europeo Life contro l'avvelenamento della fauna selvatica (grandi predatori e rapaci necrofagi soprattutto), applicato tra Italia (Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga), e Spagna (Andalusia e Aragona). La strategia comprende diversi ambiti d'azione: monitoraggio, sensibilizzazione dell'opinione pubblica ma soprattutto prevenzione.
Tra queste misure c'è anche
l'utilizzo di cani specificamente addestrati nello scovo delle esche. A gestirli è il Nucleo Cinofilo Antiveleno della Guardia Forestale dello Stato, che con il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente (CTA) opera nel Parco. L'attività di questi cani deve essere stata proficua, visto che, in questi giorni
, i cinque cani antiveleno che solitamente operano nel territorio del Parco sono stati richiesti dalla forestale di Isernia dopo episodi di bracconaggio che hanno coinvolto lupi. Una notizia Ansa dà infatti notizia della perlustrazione già effettuata nella Valle del Volturno alla ricerca di bocconi avvelenati e sostanze tossiche usate per la preparazione delle esche.