Non è uno scherzo, qualcuno ci ha davvero pensato a costruire un vero traduttore di latrati e miagolii. E' Con Slobodchikoff, professore emerito di scienze biologiche alla Northern Arizona University, che per trent'anni ha dedicato la sua vita al linguaggio animale tanto da fondare (nel 1993) la "Animal Communications", una società - di cui è presidente e amministratore delegato - che si occupa solo di questo.
Il vero sogno del professor Slobodchikoff – si legge su Repubblica - è quello di creare, grazie alla sofisticata tecnologia dei giorni nostri, degli apparecchi sempre più perfezionati, che permettano di arrivare a conoscere anche il linguaggio degli animali domestici. "Abbiamo la tecnologia per costruire apparecchi grandi come un telefono cellulare, nel giro di una decina di anni penso che saremo in grado di "parlare" veramente con i nostri cani e i nostri gatti.
Per il momento gli studi del professore riguardano il "prairie dog", un piccolo roditore simile alla marmotta. Questi animali, ha spiegato il professore, "hanno fonemi simili alle parole, li combinano tra loro, usano quello che potremmo definire un chiacchiericcio sociale". Grazie a tutto ciò i cani della prateria riescono a distinguere i diversi predatori che arrivano nelle vicinanze delle loro tane (coyote, cani o anche esseri umani) e sembrano aver sviluppato degli "allarmi" con cui riescono a definire non solo la specie del predatore, ma anche la grandezza e il colore. "Un mio collega che insegna computer science ed io - dice il professore - usiamo tecniche di intelligenza artificiale, per creare un archivio di tutte le "chiamate" che fanno, che poi vengono elaborate dal computer e ci vengono restituite in lingua inglese. Possiamo capire il loro linguaggio e anche dire noi qualcosa a loro, sempre attraverso una rielaborazione del computer". |