"Bene vietare l'utilizzo delle catene per tenere legati i cani, ma poi la nuova legge regionale sul benessere animale esagera nel determinare le dimensioni dei ricoveri, con requisiti strutturali imposssibili da rispettare". Così interviene la Libera Caccia di Forlì Cesena sul quotidiano La Voce in merito alle nuove regole introdotte in Emilia Romagna. Il principio è quello di fornire aree di sgambamento a tutti i cani molto ampie (150 metri), più 9 metri per ogni cane in più. In alternativa box individuali di 20 metri, a cui se ne aggiungono dieci per ogni cane in più. Regole impossibili non solo per i cacciatori, ma per tantissimi altri cittadini.
"Si sono resi conto che tali requisiti, eccessivi e soprattutto irrealizzabili anche per le concessioni edilizie, obbligatorie per la maggior parte dei Comuni, saranno l'ennesima tassa che tutta la comunità dovrà subire per il fanatismo dei soliti animalisti che urlando e incatenandosi sovrastano il buon senso comune?" si chiede la Libera Caccia, che in queste norme, dice, non riesce ad intravedere nessun miglioramento al benessere animale (i veterinari sono del medesimo avviso).
"Vediamo, sentiamo e diamo voce alle rimostranze, non solo dei cacciatori ma di tutti i proprietari di cani che stanno pensando di restituire la proprietà del loro fedele amico ai Comuni competenti, non avendo la possibilità, o fisica o economica, di adeguarsi alla legge che oltretutto colpisce profondamente le persone negli affetti, l'ultima cosa che questa politica non era ancora riuscita ad inquinare. La Libera Caccia - conclude - chiede pertanto alla Regione di ritornare alla legg precedente che non imponeva ai privati gli stessi vincoli previsti per i canili autorizzati".