Le zecche non sono un problema solo per gli animali domestici, spesso e volentieri non disdegnano anche qualche malcapitato umano. Ne sanno qualcosa i cacciatori che passano molto del loro tempo all'aperto e che spesso si trovano a doversi difendere personalmente. Questi invertebrati prediligono i terreni erbosi in zone ricche di umidità, si nascondono nell’erba alta e tra gli arbusti, dove attendono il passaggio di animali. Quando vengono urtate, si aggrappano al pelo e cercano una zona tranquilla per infilarvi il loro rostro e cominciare a succhiare sangue.
Ma zecche possono essere veicoli di pericolose infezioni. Come nel caso della Ixodes Ricinus, una particolare specie diffusa nell'Est Europa, quest'anno segnalata anche nel Triveneto, che può essere causa della meningoencefalite (Tick borne encephalitis). Malattia potenzialmente mortale e che ogni anno fa registrare una trentina di casi anche in Italia.
Complice una primavera molto piovosa e l'incremento degli ungulati e di altre specie selvatiche, questa specie ha avuto un picco demografico ed è quindi opportuno porre il massimo dell'attenzione anche da noi. In commercio ci sono valide pinzette che assicurano l'estrazione dell'intrusa, avendo cura di eseguire una piccola rotazione. Una volta tolta bisogna disinfettare la parte e tenerla sotto controllo. Esiste anche un vaccino specifico che può scongiurare la conseguenze più gravi sul sistema nervoso per gli umani. Per i nostri cani, invece, affidiamoci pure ai più comuni antiparassitari in commercio.