A seguito di un ricorso presentato da una trentina di senatori, in Romania è stata bloccata per il momento la legge che prevede l’eutanasia per i cani randagi, norma che aveva trovato l'appoggio trasversale della politica. La corte costituionale romena ha accettato il ricorso e bloccato l'esecutibilità della legge. Il motivo del ricorso risiede nella diversità tra il provvedimento votato settimana scorsa e quello in sospeso da almeno due anni.
La Corte Costituzionale ha rimandato al 25 settembre l’analisi e la discussione del ricorso, nel frattempo, ovviamente, ogni pratica di accalappiamento e soppressione sarà considerata fuorilegge. La norma che avrebbe permesso l'uccisione dei randagi dopo 14 giorni dalla cattra, nel caso in cui nessuno li avesse reclamati, è considerata dagli animalisti contraria anche alla Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali redatta a Parigi nel 1978.
In questi giorni si sono moltiplicate le manifestazioni a difesa dei randagi in tutta Europa e in particolare in Romania. Evidentemente le proteste ancora una volta serviranno a far cambiare idea anche al parlamento.