La lotta al randagismo è una sfida soprattutto culturale. Più sono le persone consapevoli della responsabilità e dei rischi che comporta occuparsi di un cane, meno saranno in futuro gli abbandoni. Ecco perchè il percorso è lungo e difficile. Nel frattempo i comuni devono sobbarcarsi il peso economico della cattura e del mantenimento dei cani nelle diverse strutture. E in periodo di crisi economica, questi soldi pesano come un macigno di fronte ai tagli che colpiscono in maniera trasversale tutti i servizi pubblici (compresi settori delicati come la sanità e la scuola).
Un esempio di questi costi è quello che arriva dai comuni dei Castelli Romani, dove la comunità montana insieme ad alcune associazioni sta promuovendo campagne di microchippatura gratuita. Il prossimo mese scadrà il termine per l'approvazione delle documentazioni relative alle convenzioni con i canili, con conseguente impegno finanziario dei comuni. Per il soggiorno di ogni cane presso un rifugio, secondo quanto riferisce il sito ilmamilio.it si spende mediamente 1700 euro all’anno, senza contare i costi per gli interventi di accalappiamento e per le visite di routine. Circa 4 – 5 euro al giorno per ogni cane. In soldoni, solo nel comune di Genzano di Roma, qualcosa come 100 mila euro all'anno.
Anche il Comune di Marino deve far fronte ad una cifra per molti spropositata per i 35 i cani che sostiene presso le strutture convenzionate, tra cui, quelli ingestibili o ormai vecchi che hanno alcuna speranza di essere adottati: 51 mila euro che gravano sul bilancio comunale ogni anno. E la quantità dei cani randagi del Comune di Marino non è certo esagerata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA