A Camigliatello Silano si è corsa la finale nazionale del Trofeo S. Uberto Federcaccia. De Angelis, Bisciotti, Moscato, Mambelli e Travelli i campioni italiani della disciplina. Cultura, sport e valorizzazione del territorio si intrecciano concorrendo anche all’economia locale.
Una pacifica invasione che già dal venerdì ha messo lo splendido territorio della Sila al centro dell’attenzione della cinofilia agonistica nazionale. Lo scorso fine settimana infatti, oltre 200 concorrenti, accompagnati spesso da amici e familiari, i giudici, gli uomini dell’organizzazione messa in piedi da Federcaccia Calabria, tanti appassionati e curiosi, hanno fatto base a Camigliatello Silano, in provincia di Cosenza… Una variopinta e allegra carovana che alla fine sfiora il migliaio di persone e che nel nome della caccia, declinata questa volta in chiave agonistica, dei suoi valori di amicizia, di cultura, di amore per i cani, fedeli compagni di passione e di vita, di sano e leale confronto con il selvatico ha portato da tutta Italia fin sui terreni della Sila la finale nazionale del Trofeo S.Uberto organizzato dalla Federazione Italiana della Caccia. Si tratta di una manifestazione di grande richiamo e significato per tutti i cacciatori, prestigiosa per chi arriva a concorrervi, ma anche per la località scelta ad ospitarla, che deve rispondere a precisi requisiti di alta qualità ambientale.
Ma anche, come giustamente fanno notare gli organizzatori – presenti ai massimi livelli provinciali, regionali e nazionali, una risorsa importante per il territorio e l’economia locale, che in questi tre giorni hanno ricevuto notorietà e benefici immediati non certo trascurabili in questi momenti così difficili per tutti.
Ma veniamo ai risultati della finale, partendo dalla Categoria Assoluti, vinta dal giovane Tommaso De Angelis, che ha così confermato lo stato di forma che lo ha portato solo poche settimane fa a laurearsi vicecampione del mondo della specialità in Croazia, dove si sono tenuti i campionati mondiali che hanno coinvolto ben 22 nazioni e hanno visto l’Italia ai vertici in tutte le categorie.
Secondo posto per Pio Cusanelli e terzo per Domenico Nardi.
Nelle Ladies, gradino più alto del podio per un’altra specialista del S.Uberto, Elisa Mambelli, che si è posta alle spalle, nell’ordine, Mirella Cecconi e Angelina Guadagno.
Nei Veterani è stato Antonio Bisciotti a regolare i concorrenti, imponendosi su Elio Tanelli e Giovanni Cambi.
Primo gradino del podio per Antonio Moscato negli Juniores, seguito dal secondo posto di Fabrizio Colucci e dal terzo di Giovanni Turboli.
La Finale Nazionale del S.Uberto è stata poi per molti l’occasione di vedere all’opera i concorrenti della categoria Avancarica, che disputavano il II Trofeo S.Uberto ad Avancarica FIdC, realizzato in collaborazione con l’ACCA, Associazione Cacciatori Cunesi ad Avancarica. Fra polvere nera e nuvole di fumo, si è laureato Campione Italiano il toscano Rossano Travelli, che si è messo alle spalle Daniele Baldinetti e Sergio Tenconi.
Ricordiamo che la S.Uberto è un tipo di prova in cui il ruolo di cane e cacciatore nel confrontarsi con il selvatico viene valutato nel complesso: comportamento, etica, bravura del cane e del tiratore, ma anche rispetto della sicurezza propria e altrui, costituendo quindi una importante scuola, fondamentale anche quando dai terreni di gara si passa a quelli di caccia di ogni giorno.
E non è un caso che anche per questo motivo la Federazione, da sempre attenta a questo aspetto, abbia investito forza, energie e risorse su questa formula, ritenendola importantissima alla formazione continua degli appassionati e dei giovani, che sempre più numerosi si avvicinano alla caccia proprio attratti dall’aspetto agonistico.