In Friuli Venezia Giulia, un'interrogazione della consigliera regionale della Lega Nord, Mara Piccin, del 19 novembre scorso, ha per oggetto la vicenda portata a galla dall'Associazione Pro Segugio, a seguito di alcune multe date a cacciatori segugisti per il presunto abbandono del cane, trovato a diverse centinaia di metri lontano dal padrone.
Alcune persone vedendo un cane lasciato libero, nonostante abbia la targhetta con nome e numero di telefono del proprietario ancorati al collare, spiega la Piccin, possono pensare che si tratti di un randagio o di un cane abbandonato e quindi allertano le autorità competenti (forze dell'ordine o accalappiacani). Sono totalmente ignare del fatto che i cani da seguita abilitati per la caccia agli ungulati (capriolo, cinghiale, cervo) devono allontanarsi dal cacciatore per poter fare egregiamente il proprio lavoro, e cioè lo scovo della selvaggina. Oltre tutto per farlo devono superare una prova attitudinale che dimostra che non sono pericolosi per le persone e che sono affidabili nella loro attività.
Piccin evidenzia che, in questi casi, “ al proprietario viene addebitato il costo della chiamata, della lettura del microchip, della cattura e del mantenimento del cane in canile, a cui spesso va ad aggiungersi un'eventuale sanzione amministrativa che può essere contestata solo con ulteriori costi e incombenze”. Tutto ciò premesso, interroga il Presidente della Regione e l'Assessore competente per sapere quali azioni ti tipo regolamentare e/o legislative, intendono intraprendere per dare risposta alla questione in oggetto.
Leggi anche: