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News CaniRandagi "meglio sopprimerli", la proposta dell'Asl di Grosseto venerdì 13 dicembre 2013 | | “Mantenere i randagi nei canili, oltretutto spesso in condizioni inaccetabili e spendendo ugualmente delle forti somme? Meglio fare come gli inglesi e gli americani, che li sopprimono”. Sono bastate queste parole a Paolo Madrucci, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl 9 di Grosseto, per attirarsi le ire delle senatrici Pd Cirinnà, Amati e Granaiola, "indegno -dicono- per chi ricopre un ruolo pubblico che dovrebbe tutelare gli animali" e della forzista Michela Brambilla, secondo cui la proposta del veterinario è "una risposta rozza a una cattiva gestione del problema".
La soluzione per il veterinario è l'unica possibile, visti i problemi creati dalla legge sul randagismo e viste le difficoltà riscontrate concretamente nella sua Asl. “Nei 22 anni di vita della Legge 281 - ha detto - la collettività ha speso in Italia miliardi di vecchie lire, e poi milioni di euro, per organizzare l'anagrafe (che ha coinvolto milioni di cani), per costruire canili, per mantenervi centinaia di migliaia di animali (la maggior parte dei quali in condizioni disumane), per sterilizzarli. Ebbene - sottolinea Madrucci -, prendiamo atto dei mancati risultati. Guardiamo cosa succede in altri paesi, come Inghilterra e Stati Uniti, che hanno risolto il problema con la cattura dei cani vaganti e con loro soppressione eutanasica”, ha detto molto pragmaticamente Madrucci, che ha aggiunto “vorrei ci fosse data la possibilità di impiegare una piccola parte delle risorse, oggi destinate al mantenimento dei cani nei canili, per attivare una capillare attività di ricerca e cattura di randagi e vaganti”.
Sull'argomento, di recente, si è espresso anche l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), indicando la necessità di superare il vincolo del mantenimento senza termine degli animali nei canili rifugio. Grosseto dà un quadro della situazione che si riscontra in quasi tutta ITalia. Solo in provincia di Grosseto si pagano 250 mila euro all'anno per la gestione dell'anagrafe canina e e del centro chirurgico di sterilizzazione. A questi soldi si aggiungono circa un milione e mezzo di euro spesi dalle 28 amministrazioni comunali per mantenere circa 900 cani nei canili sanitari e rifugio. Senza contare i danni che i cani randagi causano, con predazioni di animali e incidenti stradali, prima di essere catturati. In periodo di forte crisi, con tantissime famiglie sul lastrico e gli ammortizzatori sociali ormai ridotti all'osso, forse la richiesta di Madrucci non è poi lontana dall'essere applicata. (Il Tirreno) | Leggi tutte le news | |
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