Dietro alla raccolta dei tartufi, si sa, ci sono grossi interessi. La ricerca è difficoltosa e l'unica speranza di scovare i preziosi tuberi è affidata ad un buon cane, difficile da selezionare e addestrare (sul mercato quelli bravi costano migliaia di euro). Per tutte queste ragioni questo mondo è circondato da fenomeni criminali, come il furto e l'avvelenamento dei cani della concorrenza. Fatti da condannare e da perseguire, senza dubbio. Ma c'è anche chi chiede di fare di più. Come l'Oipa di Campobasso, che dopo alcuni decessi sospetti di alcuni cani in Molise, ha invitato le istituzioni a sospendere la stagione della raccolta per dare un segnale forte “a quei ricercatori inesperti e senza regole - dice in una nota - che stanno letteralmente distruggendo il nostro territorio a discapito dei tanti professionisti rispettosi invece delle regole e del prezioso prodotto molisano".
L’Oipa attacca l’amministrazione provinciale, che gestisce il comparto. Pur di incamerare soldi – spiegano - continua incessantemente a distribuire autorizzazioni per la raccolta del tartufo, incrementando la presenza dei cercatori sui nostri territori oramai saturi”. E poi, immancabile, un attacco duro e puro anche alla caccia: “vi è inoltre un reale rischio per l’incolumità dei cercatori stessi – dicono dall'Oipa - che spesso si imbattono, come avvenuto, in cacciatori senza scrupoli che sparano all’impazzata contro qualsiasi bersaglio mobile”. Terrorismo psicologico tipico del mondo animalista. Auspichiamo una pronta reazione delle associazioni venatorie molisane.