"Una semplice constatazione dei fatti, che dimostrano come un partito o posizioni esplicitamente animaliste non raccolgano consensi, anzi, probabilmente li facciano perdere". Con questa premessa Federfauna presenta i dati "facilmente reperibili sul web" della sistematica sconfitta degli animalisti alle urne: "Il piu' antico partito dichiaratamente animalista in Europa sarebbe il "Mensch Umwelt Tierschutz", fondato in Germania nel 1993. Sembra non abbia avuto gran fortuna: in un Paese che conta quasi 84milioni di abitanti, nel 2004 avrebbe avuto circa 1.000 iscritti e i suoi risultati elettorali alle elezioni federali sarebbero sempre stati tra lo 0,2% e lo 0,5%.
"Piu' fortuna - continua Federfauna - avrebbe avuto in Olanda il "Partij voor de Dieren, PvdD", fondato nel 2002, che sarebbe anche riuscito ad ottenere due seggi in parlamento olandese, partecipando a quattro competizioni elettorali e ottenendo nel 2003 lo 0,5%, nel 2004 addirittura il 3,2%, poi nel 2006 l'1,8% e nel 2010 l'1,3%.
In Spagna, invece, il "Partido Antitaurino Contra el Maltrato Animale, PACMA" sarebbe nato nel 2003 e si sarebbe presentato a diverse competizioni elettorali, tra nazionali e locali, ottenendo i suoi migliori risultati in Catalogna con il 0,56% dei voti.
Nel Regno Unito ci sarebbero ben due partiti dichiaratamente animalisti: il "Animal Welfare Party", fondato nel 2006, che avrebbe partecipato a tre competizioni elettorali, totalizzando nel 2008 l'1,12%, nel 2009 lo 0,8%, nel 2010 lo 0,3%, e il "Animal Protection Party, APP", fondato nel 2008, che si sarebbe candidato nel 2010 in quattro circoscrizioni, totalizzando in una lo 0,2% e lo 0,3% nelle altre tre.
Anche in Italia ci sarebbero, sempre stando a internet, due partiti dichiaratamente animalisti: il "Partito Animalista Europeo, PAE", fondato nel 2006, e il "Partito Animalista Italiano". Si legge che nel 2012 il Segretario del PAE si sarebbe candidato con "Futuro e Liberta'" ed avrebbe raccolto nella sua citta' ben 214 voti (chissa' se tra questi c'erano anche quelli di mamma e papa'!...)".
"Evidentemente i sostenitori dei "diritti" degli animali non sono cosi' tanti come vorrebbero far credere!" dice la federazione, aggiungendo che gli animalisti probabilmente i voti li fanno perdere: "i Verdi tedeschi, che qualche anno fa con posizioni ambientaliste e filo venatorie, quindi certo non animaliste, avevano raggiunto l'impensabile traguardo elettorale del 27%, sono crollati all'8% quando hanno proposto di imporre per legge un giorno di dieta vegana a scuole e uffici pubblici".
"Il che suggerisce - conclude - , non solo che la gente abbia ben altre priorita' quando va a votare, ma anche che sia in gran parte consapevole dell'assurdita' e della pericolosita' dell'ideologia animalista (Gli animali non sono agenti morali come l'Uomo, cioe' in grado da soli di formulare, articolare e difendere una concezione dei propri interessi. Gioco forza che persone che si auto assegnino il mandato di farlo al posto loro non potranno che agire a danno di altre persone. Non e' un caso che la retorica pro "diritti" degli animali spesso si "arricchisca" di stereotipi razzisti contro diverse categorie di persone che vengono ritenute antagoniste al loro disegno)".
"Le grosse associazioni animaliste dai bilanci milionari ben sanno queste cose, ed hanno sempre evitato di darsi una precisa collocazione politica proprio per evitare che si palesasse il loro reale, esiguo, "peso" elettorale, fatto che distruggerebbe inevitabilmente la loro capacita' d'azione di lobbying".
FederFauna, dal canto suo, non appena saranno disponibili i nomi di tutti i candidati, come ha gia' fatto in passato, vedra' di dare indicazioni ai propri iscritti e simpatizzanti sul curriculum di ciascuno. |