Nelle magiche terre aretine (e non solo dal punto di vista venatorio) della Valdichiana e della Valtiberina si è compiuto il primo atto di un’altra grande rappresentazione cinofila targata Fidasc. Stavolta a uscire sulla ribalta di questo territorio così straordinario sono stati i finalisti di un Campionato Italiano di cui si cominciava davvero a sentire la mancanza: quello per
conduttori delle razze da cerca su cinghiale, condotto “in singolo”.
Per la prima volta, seguendo l’insistito suggerimento dello zoccolo duro di tanti segugisti cinghialai provenienti in gran parte dal bacino della caccia grossa italiana, la Fidasc – che ha trasformato l’attività venatoria in una pratica squisitamente sportiva – ha studiato una competizione con il rituale forse più primitivo e genuino della caccia al cinghiale, effettuata senza il coro pittoresco e chiassoso delle mute ma con un rapporto più diretto e quasi intimo fra l’uomo “cacciatore-atleta senza armi ma con cane” e il selvatico. Come dire, una sfida ravvicinata “petto a petto” tra la bestia nera e l’uomo, il suo eterno avversario aiutato da un solo ausiliare a quattro zampe dotato di tanta voce, molta passione e una enorme dose di intelligenza canina stimolata e guidata dalle capacità del conduttore.
Ma la riduzione del numero degli interpreti non ha certo sminuito il fascino della rappresentazione sportiva e atletica. Al contrario, il nuovo regolamento stilato con la consueta cura da Domenico Coradeschi e dai suoi preziosissimi collaboratori, è riuscito ad esaltare gli aspetti agonistici del duello silvestre nel quale ogni istante viene vissuto, apprezzato (e giudicato) come avviene per l’esibizione di un solo grande artista.
Ecco quindi che viene ulteriormente ampliato il già grande scenario sportivo della cinofilia che, con l’inserimento delle nuove discipline legate al Work e all’Agility, comprende l’intera e vastissima gamma delle attività agonistiche (o semplicemente ricreative) che si svolgono con l’ausilio del cane.
Detto questo, la cronaca di questi tre giorni conclusivi del Campionato (16, 17 e 18 maggio) racconta di uno scontro fra i vincitori di tutta una serie di lunghe eliminatorie svoltesi nei raggruppamenti di Nord, Centro, Sud e Isole, che hanno designato 15 finalisti per la categoria A ed altrettanti per la categoria B (quella riservata ai cani non iscritti nei libri genealogici riconosciuti.
Secondo una lungimirante scelta organizzativa, la fase finale del Campionato si è svolta contemporaneamente per entrambe le categorie in modo che la cerimonia di premiazione avvenisse contestualmente, a sottolineare l’unicità di fondo del Campionato stesso.
Come sempre, i concorrenti della categoria A si sono cimentati su terreni liberi della Zona Federale Collacchioni e nell’Afv La Barbolana e quindi nei comuni di Pieve Santo Stefano, Anghiari e Badia Tedalda. A testimoniare l’autorevolezza della prova è stato designato un Giudice Enci della levatura di Sestilio Tonini, coadiuvato dall’Ufficiale di gara Federale Mauro Bergamaschi e per il coordinamento di Gabriele Ferri.
I finalisti della categoria B, invece, si sono affrontati nel grande recinto dell’Azienda agricola Capocontro del Dr. Piergiuseppe “Beppe” Migliorini nel Comune di Civitella in Val di Chiana. Da evidenziare che per la riuscita, davvero perfetta della complessa e lunga manifestazione, sono stati determinanti i collaboratori delle strutture coinvolte e, in special modo, quelli della dell’Asd Giotto di Arezzo e delle Squadre“Libbiano” e “Anghiarese” del Comune di Anghiari che hanno facilitato il lavoro dei concorrenti e dei giudici nei trasferimenti e specie nei recuperi a fine turno.
L’elevato livello tecnico della sfida –in particolare per quanto riguarda i concorrenti della categoria “A”– è testimoniato dalla presenza in classifica di ben 3 Eccellenti, un evento più unico che raro se si pensa che in calce agli statini c’era la firma di Ersilio Tonini, un indiscusso e indiscutibile mostro sacro del segugismo su cinghiale, notoriamente restio ad essere di manica larga. Un po’ più sotto tono, invece, ma pur sempre ad alto livello, sono state le prestazioni dei concorrenti della categoria “B” che si sono confrontati nell’area addestramento “Lecci Alti” di Capocontro, per il giudizio degli Ufficiali di Gara federali Lello Buco e Roberto Pro, e con il coordinamento di Massimiliano Papini.
La classifica finale è stata letta all’interno del suggestivo frantoio dell’Azienda Capocontro dove il vice presidente vicario Domenico Coradeschi e il Dr. Migliorini hanno consegnato le medaglie e i diplomi ai nuovi Campioni Italiani che hanno ricevuto anche un prestigioso trofeo messo in palio dall’Azienda Master Mix che ha sponsorizzato la competizione.
Resta solo da sottolineare un’altra grande magia compiuta dalle discipline federali: spostare – come è già avvenuto in alcune specialità del tiro – equilibri che sembravano ormai consolidati. Oggi, infatti, non è più vero che il tiro con la carabina sia una faccenda riservata a cacciatori e tiratori della zona alpi, così come non è più vero che il segugismo su cinghiali sia una pratica da gente di maremma. Tant’è vero che basta leggere la classifica per rendersi conto che i nuovi re del segugismo su cinghiale con cane singolo sono entrambi parmensi. Ed è tutto dire.