“Chi ama la natura e la frequenta conosce la sua bellezza ma anche la sua cruenza”. Così Michele Serra inizia il suo intervento sulla vicenda dello zoo di Berna, ennesimo teatro delle polemiche animaliste, a seguito della decisione di sopprimere un piccolo d'orso, rifiutato dai genitori (il fratellino è stato recentemente sbranato dal padre). La decisione è stata presa sulla base di principi etologi e scientifici.
“Ai margini di questo dibattito, legittimato dalla competenza e dall’esperienza di chi lo sta affrontando – dice Serra - , insorgono furibondi gli animalisti, dei quali (senza generalizzare) dispiace dover dire che spesso la loro visione della natura è antinaturalistica. Non prevede le regole dure della vita organica, la brutalità implacabile della selezione, la faticosa armonia tra vita e morte. Si limita a un “giù le mani dalle bestie” che le bestie per prime non capirebbero. L’orso che sbrana i figli non è Yoghi e non è Compare Orso: è una magnifica e terribile bestia. Anche madre natura è una magnifica e terribile bestia. Farne un acquerello lagnoso equivale a bestemmiarla”.
La morte dell'orsetto servirà a ricordarci questo semplice principio, così chiaramente espresso dal giornalista. “Verrà impagliato a scopo didattico e la sua storia raccontata ai ragazzi delle scuole, così che della natura non abbiano l’idea melensa e bamboleggiante purtroppo così diffusa”, dice Serra, che solo qualche tempo fa tuonava contro la caccia e i cacciatori utilizzando gli stessi stereotipi degli animalisti. Oggi la sua visione della natura è completamente mutata e non risparmia critiche severe a chi la vive con un infantilismo disneiano. Ne siamo felici. La sua penna servirà a far riflettere molte persone che hanno perso il contatto con la realtà della vita selvatica. E forse anche i cacciatori saranno maggiormente accettati.