Dal 1991, come sappiamo, la soppressione dei cani randagi è stata vietata. Il che significa che ogni singolo comune, nel proprio bilancio deve prevedere somme più o meno consistenti (nelle grandi città ammontano a centinaia di migliaia di euro) per la custodia e il mantenimento dei cani e per la sterilizzazione degli stessi. In alcuni comuni questa gestione si sta rivelando insostenibile, soprattutto alla luce dei tagli imposti alla pubblica amministrazione.
Ecco che quindi si inventano nuovi modi per sbarazzarsi dei cani con tratte di centinaia di km organizzate da associazioni animaliste. Spesso i cani muoiono durante il tragitto e di loro non si sa più nulla una volta finiti all'estero (dove non è vietato cederli a laboratori per la vivisezione) o al nord Italia. I comuni sborsano fior di quattrini per gli spostamenti, affidando i servizi a terzi. Ovviamente vengono ceduti solo gli animali "adottabili", ovvero cuccioli.
Un esauriente servizio di questi giorni de Il Fatto Quotidiano svela alcuni retroscena inquietanti. In Sicilia per esempio si è innescato un circolo vizioso. Accade che si spostino cucciolate anche senza assicurarsi che la madre sia stata sterilizzata prima della reimmissione sul territorio, lasciando fabbriche di cuccioli in circolazione. E, visti i business che le cucciolate generano – denuncia Il Fatto - probabilmente non è un caso.
Emergerebbe anche che diversi rifugi gestiti da sedicenti associazioni animaliste al nord, sarebbero alla costante ricerca di nuovi cani (che arrivano dal sud) per inscenare il ritrovamento sul proprio territorio. Così possono iniziare a incassare la retta dal proprio comune. Secondo l'inchiesta del fatto sarebbero una decina i soggetti che ogni giorno trasportano da nord a sud i cani, per professione. Una di queste è Chiara Notaristefano, ex agente immobiliare e fondatrice dell’associazione “Mamma Chiara Animal Onlus” con 4 sedi in Brianza e una a Scicli, in Sicilia, è al centro delle critiche di gruppi animalisti per la morte di un altro cane, Jango, durante la staffetta del 22 luglio. Caricato a Caltanissetta e diretto in Lombardia, il cane si ferisce in gabbia e perde sangue. Durante una tappa ad Agrigento per far salire altri cani, Notaristefano se ne accorge e lo porta da un veterinario. Per stabilire chi abbia deciso di farlo ripartire e quali siano state le cause del decesso è stata aperta un’inchiesta.