Ancora un rinvio per la sentenza del processo Green Hill, l'allevamento di beagle, chiuso nel Bresciano nel 2012, a seguito degli esposti della Brambilla e delle associazioni animaliste. Il rinvio, al 23 di gennaio, è stato stabilito dalla sezione penale del Tribunale di Brescia.
Durante il dibattimento il pm Ambrogio Cassiani ha chiesto le condanne per i quattro imputati, i vertici dell’allevamento di cani Beagle, chiuso nel Bresciano nel 2012, a seguito degli esposti della Brambilla e delle associazioni animaliste. Gli imputati sono accusati di maltrattamento animale. Secondo l'accusa sarebbero 6.023 i cani beagle morti all’interno di Green Hill dal 2008 al 2012 contro i 98 morti successivamente al sequestro dell’allevamento. Durante l'udienza sarebbero stati chiesti tre anni per Ghislane Rondot e due per Bernard Gotti, co-gestori di Green Hill 2001, della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group e una condanna di due anni per Roberto Bravi e di tre anni e sei mesi per Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell’allevamento.
Dall'altra parte, la difesa chiede l’assoluzione dei quattro imputati "perché il fatto non sussiste". Secondo il legale dei vertici di Green Hill, "non ci sono state violazioni e qualora non fossero state rispettate alcune norme scatterebbe solo una sanzione amministrativa. Inoltre - ha aggiunto - non c’è stata condotta dolosa". (La Stampa)