A seguito della sentenza Green Hill la Marshall, proprietaria dell'allevamento di beagle, ha emesso una nota stampa per smentire le esorbitanti cifre riportate dai giornali e dalle associazioni animaliste riguardo i decessi dei cani all’interno della struttura di Green Hill.
Eccola:
Nello scorretto conteggio inserite anche le normali morti naturali in occasione del parto, mentre sono solo 44 i casi contestati
Negli articoli a commento della sentenza di primo grado nel processo riguardante Green Hill risulta particolarmente enfatizzata la cifra di 6023 beagle deceduti, uccisi: si dice in alcuni titoli, frutto della mala gestione dell’allevamento.
Al riguardo, riteniamo opportuno specificare che:
1) Il dato riguarda quasi 5 anni di gestione anche se l’accusa aveva inizialmente dichiarato che riguardasse 2 anni di attività, portata successivamente a 4 anni.
2) Ma soprattutto il dato è riferito alla normale mortalità da parto della specie.
3) Nei 5 anni presi in esame ci sono stati più di 3000 parti, considerando la mortalità dovuta al parto, si arriva facilmente alla cifra riportata che serve solo a impressionare e a giustificare una sentenza contro cui abbiamo già annunciato il ricorso.
3) E’ un dato normale nella gestione di un allevamento delle dimensioni di Green Hill. Sicuramente migliore, tral’altro di quello attuale delle nostre fattrici sotto sequestro
4) Quel dato, inoltre, citato dal PM, non è stato contestato a livello processuale, in cui gli unici decessi nel capo d’imputazione riguardano 44 eutanasie di esemplari malati non ritenute necessarie dal PM.