Dal "
Dizionario della Lingua italiana di Caccia" di Plinio
Farini e A.
Ascari, Garzanti 1941.
Riproposto da
Edoardo Mori.
Fallace
quello che per deficienza dei sensi o del cervello è facile a ingannarsi negli atti e nelle azioni venatiche.
Fermatore
quello che, puntatore per istinto, ha pur acquistato da l'insegnamento umano e da la selezione la virtù non solo di rinunziare del tutto a l'assalto della selvaggina cedendolo al padrone; ma anche quella di dar segno con l'irrigidirsi tutto che gli è così presso che ogni suo movimento la farebbe volar via. (V. Ferma).
Finto
quello che finge gli atti dimostrativi, che deve dare al cacciatore, ossia gli vuol far credere che ci sia selvaggina o traccia di essa, dove non è. ‑ Certi cani fingono la punta, la ferma, la cerca su la traccia, e perfino le voci. Il primo a rilevarlo è stato Senofonte (V. sec. a. C.).
Fiutatore
che fiuta, così in bene come in male. Giacché per i cani da pelo il fiutare è necessario entro certi limiti; per quelli da penna è quasi sempre vizio. Analoga è la voce Fiutone, il cui significato può non essere del tutto cattivo.