ProSegugio e l'Università di Torino hanno sottoscritto un programma triennale con l'obiettivo di comprendere l'interazione esistente tra il comportamento e il benessere di alcune specie di animali selvatici, che sono presenti in Italia, con l'attività cinofila dei cani da caccia.
Il progetto, che punta a migliorare l'aspetto genetico e salvaguardare le razze dei cani da caccia, è composto da quattro fasi: la radiotelemetria, applicata sia sui cani che su alcuni esemplari di animali selvatici; il fototrappolaggio, per valutare la presenza e i ritmi di attività dei selvatici di interesse cinegenetico, dei predatori durante e fuori la stagione di caccia e in luoghi in cui si esercita la cinofilia e l'attività venatoria in aree di protezione; i censimenti ripetuti anche in modalità notturna con l'impiego di fari e di termo camere per misurare densità e distribuzione delle specie prima e dopo l'attività cinofila e l'analisi genetica con la raccolta di materiale biologico con l'ausilio dei cani.
La ricerca sarà effettuata in alcune aree del Piemonte, regione considerata, per la sua biodiversità, adatta a questo tipo di studi (L'Eco di Bergamo).