È stato il delegato federale Sestilio Tonini a dare il benvenuto agli equipaggi qualificatisi per la finale della 10ª Coppa Italia per cani da seguita su cinghiale in muta svoltasi in terra di Maremma, a Magliano in Toscana (GR). Le mute si sono ritrovate presso l’azienda faunistico-venatoria Montebottigli, caratterizzata da terreni e “re di macchia” idonei all’importanza della gara. I primi a correre sono stati gli ausiliari di categoria B, i non iscritti all’Enci, giudicati da Marco Di Ventura, Ardito Guidoni, Fabrizio Montali, Stefano Tofoni.
A disputarsi il titolo sono stati due toscani con mute di segugi maremmani. L’ha spuntata il pisano Mauro Lugli con Gaia, Virgola, Silvio, Zorro, Cecco e Piqué, soggetti “eterogenei per taglia, fattura del pelo e colore del manto - si legge nello statino finale -. Liberati, danno inizio a una cerca avida e di buona fattura. Presto rilevano passata notturna, accostano per un breve tratto su selvatici già defilati e danno inizio a un rintraccio che presto si tramuta in seguita pressante e ben vocalizzata, ben condotta da Virgola con Gaia leggermente attardata. Tutti insieme al passaggio della cessa. Subito dopo vanno a fermo. La muta, alla presenza di più selvatici in difesa, non dimostra eccessivo coraggio. Silvio si defila per un breve periodo. Su pressione del conduttore scanano e parte la seguita che, seppur ben vociata, non è molto incalzante. Si chiude il turno con tutti i cani in seguita un po’ distanti l’uno dall’altro”. A Lugli va un Mb con 154,8 punti, sufficienti a battere l’aretino Mauro Bergamaschi con Mb e 152 punti. Chiude la classifica il parmense Francesco Anelli.
A precedere di qualche giorno la categoria A c’è stata la seconda edizione di un confronto molto atteso: la Coppa per le Lady, giudicata da Luigi Brilli e Silvia Viviani. Hanno vinto i petit gascon saintongeois Caid, Gavroche, Pato, Spivace, Leo, Suré e Bastille della savonese Sara Dimani. La sua muta è composta da “soggetti di ottima morfologia, omogenea. - scrivono i giudici, che al termine le assegnano il Mb e 143, 57 punti - Sciolta, la muta va in presa del terreno, rileva traccia utile e con voce tipica accosta. Allo scovo Gavroche è in testa. Il selvatico va subito in fuga. La seguita è guidata da Gavroche, tallonata a distanza dagli altri soggetti. Durante il turno la muta non è mai coesa. Si chiude il turno con i soggetti in seguita distanti tra loro”. Non hanno ricevuto qualifica le mute di segugi svizzeri della savonese Paola Tarantola e di segugi maremmani della grossetana Elena Cerulli.
E veniamo agli iscritti Enci che hanno chiuso il tris di gare. I giudici Alberto Galdi, Giuseppe Iacoponi e Alberto Mora per l’Ente nazionale cinofilia italiana, e Paolo Travagliati, Riccardo Turin e Ascolo Vannuzzi per la FIdC hanno decretato la vittoria dei segugi maremmani tigrati Vienna, Camilla, Nerone, Rambo, Cirano e Brigo, ancora di Bergamaschi, che si rifà del secondo posto nella B. La sua muta “è composta da soggetti tipici. - è il referto finale - Liberata, cerca con avidità, rileva passata utile con voce, accosta un soggetto, abbaia a fermo. Il cinghiale parte, in breve la muta si unisce. La seguita è incalzante e veloce. Si chiude con la muta in seguita”. Qualifica e punteggio di merito: Mb e 157. Sui podi più bassi sono finiti il reatino Sergio De Angelis con segugi maremmani e Gianfranco Olivieri con ariégeois.
La premiazione, sotto le insegne dello sponsor Big Hunter, è stata preceduta dagli interventi di Tonini e del presidente Gian Luca Dall’Olio, presente anche in veste d’appassionato oltre che di massimo rappresentante federale (FIdC).