In Abruzzo il Consiglio regionale ha approvato una norma che consente l'addestramento dei cani all'interno delle aree protette. Il provvedimento, approvato il 5 aprile scorso e pubblicato sul bollettino ufficiale il 14 aprile, modifica la legge regionale 38/1996 (sulle aree protette regionali), e consente dunque attività cinotecniche all’interno dei Parchi regionali.
A chiedere l'abrogazione della norma c'è il coordinamento regionale di Federparchi, attraverso Antonio Carrara. “Si tratta di una modifica, inserita in un testo nato originariamente per la modifica di un’altra norma, di cui non si capisce l’origine e la logica – spiega il coordinatore di Federparchi Abruzzo – un provvedimento approvato alla chetichella, in fretta e furia, dal consiglio regionale, attraverso un emendamento votato all’unanimità”. Secondo Carrara la norma non ha precedenti in alcuna regione italiana e mette in pericolo la conservazione delle specie faunistiche delle aree protette abruzzesi. “Stiamo parlando di animali protetti da norme internazionali che vanno dal camoscio, all’orso al lupo solo per parlare di quelle più rappresentative". Il rappresentante di Federparchi parla di palese contrasto con la legge quadro sulle aree protette (legge 394/91), con la legge n. 157/92 sull’attività venatoria e con la stessa legge regionale 38 che è stata modificata.
Protesta anche l'associazione Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus che a tal proposito dichiara di aver già inviato una lettera alle autorità nazionali e comunitarie per chiedere un immediato intervento affinché il provvedimento sia impugnato davanti alla Corte e sia aperta una Procedura d'Infrazione contro l'Italia. Anche le associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è vita, LIPU, Pro Natura, Mountain Wilderness e Salviamo l’Orso dichiarano battaglia alla Regione, chiedendo l'immediata abrogazione del provvedimento.