Nel 2005 lo Stato stanziava oltre 4 milioni da ripartire tra le Regioni per la lotta al randagismo. In dieci anni la cifra è calata inesorabilmente, fino ad arrivare, dieci anni dopo, a 309 mila euro. Ai fini della ripartizione del fondo, istituito con la Legge 281/91 (Legge quadro in materia di tutela degli animali d’affezione e lotta al randagismo) Regioni e Province autonome sono tenute a trasmettere ogni anno al Ministero della salute i seguenti dati: numero di ingressi dei cani nei canili sanitari (cioè il numero di cani vaganti catturati sul territorio) e numero di gatti sterilizzati nell’anno dal Servizio Sanitario Nazionale. Nel 2015 si contano un totale 100.194 ingressi di cani in rifugi e canili e 53.635 gatti sterilizzati nelle apposite strutture. La ripartizione dei fondi avviene in base al numero dei cani e gatti di proprietà (attivazione anagrafe canina), al numero dei randagi nelle strutture e in base agli abitanti.
La finanziaria 2007 ha stabilito che Le Regioni e le Province, nell'ambito della programmazione regionale, devono dare priorità ai piani di controllo delle nascite destinando una quota non inferiore al 60% delle risorse stanziate per la lotta al randagismo alle sterilizzazioni, dove necessario, ovvero ad altre iniziative intese a prevenire il fenomeno del randagismo. Veniamo al dato sui canili. Le strutture autorizzate sono in totale 915 in tutta Italia, anche se il dato disponibile, inspiegabilmente, si ferma all'anno 2011.
I fondi stanziati dal 2005 al 2015 sono
Anno Fondo
2005 € 4.271.578,00
2006 € 3.998.000,00
2007 € 4.986.000,00
2008 € 3.086.085,11
2009 € 3.801.681,00
2010 € 3.333.765,28
2011 € 246.649,00
2012 € 310.190,00
2013 € 328.000,00
2014 € 313.072,00
2015 € 309.000,00