L'emendamento (ritirato) al decreto fiscale, che prevedeva una “tassa comunale” annuale per chi decide di non sterilizzare il cane, riaccende tuttavia i riflettori sul grave fenomeno del randagismo.
“Il randagismo - si legge nella relazione introduttiva all'emendamento ritirato - rappresenta un problema sentito dal punto di vista etico ed è anche una questione di carattere economico. Secondo una proiezione dai dati ufficiali esistenti, la gestione dei 750mila cani randagi in Italia costa alle casse pubbliche circa 5,25 miliardi all’anno”. La disposizione proposta, sollecitata dai sindaci (ANCI), mirava quindi ad “evitare che centinaia di migliaia di cani debbano finire nelle ‘prigioni’ dei canili”. “Il problema è talmente grave e sentito - proseguiva - che alcune amministrazioni sono addirittura pronte a pagare loro stesse le sterilizzazioni oggi a carico dei cittadini”.
“Oggi i cani in anagrafe - denunciavano i relatori - sono oltre 7 milioni e mezzo, il 10% corrisponde a 750mila esemplari. I randagi catturati nell’anno 2014, l’ultimo disponibile sul sito del Ministero, sono stati 97.859, con una crescita di circa 100mila animali all’anno”, e “secondo le stime, un cane in canile costa al comune da 3 a 8 euro al giorno, cioè da mille a quasi tremila euro all’anno, ma evidentemente questa è la cifra che i comuni pagano esclusi altri costi come personale, gestione, bandi straordinari o operazioni anti-randagismo, che devono per forza afferire ad altri capitoli di spesa. Una proiezione più aderente alla realtà dei costi potenziali del randagismo, ottenuta considerando tutte le variabili, è di 7mila euro per ciascun cane, che moltiplicato per 750mila cani randagi porta a un totale di 5,25 miliardi all’anno”.
Un enorme giro di affari, come si vede, a cui molti animalisti, probabilmente anche gestori del business, si sono opposti, chi per una ragione chi per un'altra. Con qualche eccezione, seppur mirata a vessare anche determinate categorie sociali (in particolare pastori e cacciatori). La LAV, per esempio, secondo quanto scrivono le agenzie, dichiara che “quanto i Comuni spendono per i cani nei canili oggi non è nella stragrande maggioranza dei casi a favore dei cani ma di un perverso sistema che non risolve il randagismo, disincentiva le adozioni e aiuta solo i gestori di strutture utilizzate come discariche per rifiuti”. |