Contrordine. I cani nei supermercati e nei negozi che vendono alimenti in effetti possono essere un problema di igiene. Se questa considerazione vi sembra ovvia, sappiate che fino a marzo scorso, ovvero quando il Dirigente del Ministero della Salute Pietro Noè ha firmato una nota in cui evidenzia la possibile contaminazione degli alimenti, i cani erano ben accetti.
Scrive il dirigente: "L'accesso agli animali domestici, rappresentando una possibile fonte di contaminazione per gli alimenti in commercio, non è ammesso presso gli esercizi di vendita al dettaglio. Le uniche esclusioni sono previste solamente per i "cani guida" per non vedenti e per cani impiegati dalle Forze dell'Ordine".
A gridare allo scandalo per la nuova posizione del Ministero è la Lav, che interviene con un comunicato al vetriolo. "Davvero il Ministero della Salute getta via anni di sue campagne contro l’abbandono degli animali, con una semplice e superficiale Nota di un suo Dirigente dell’Ufficio d’igiene degli alimenti, secondo il quale l’accesso ai cani "non è ammesso presso gli esercizi di vendita al dettaglio rappresentando una possibile fonte di contaminazione”? I Direttori Generali del Ministero, il Sottosegretario Faraone, il Ministro Lorenzin sono d’accordo?".
La Nota, dice la Lav, sta destando grande scalpore, interpretazioni anche scorrette e problemi a supermercati, negozianti e ai Comuni che in base all’articolo 83 del Decreto del Presidente della Repubblica 320 del 1954, proprio di “Polizia veterinaria” hanno permesso in questi ultimi venticinque anni l’accesso ai cani nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
Secondo l'interpretazione della Lav il Regolamento Europeo 852 del 2004 limita l'accesso nelle cucine e nei reparti di realizzazione e confezionamento degli alimenti, ma dovrebbe decadere una volta che gli alimenti sono esposti “in locali interni all’esercizio di vendita appositamente predisposti per accogliere gli animali domestici oppure in spazi all’esterno degli esercizi di vendita al dettaglio, come pur dice in una seconda parte la stessa Nota del quantomeno confuso Dirigente ministeriale" evidenzia l'associazione animalista.
Le confezioni bastano a limitare la contaminazione? E riguardo alla frutta e alla verdura esposta? E al pane? Come la mettiamo con gli allergici poi?