La scorsa estate l'associazione fondata dall'onorevole Brambilla, la Leidaa, ha firmato un accordo di collaborazione con la Fnovi, ovvero la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani. L'accordo, come azione al contrasto del randagismo, prevedeva la realizzazione di una task force di veterinari disposti a sterilizzare cani e gatti vaganti nel sud Italia. A tal proposito interviene oggi il Silvelp, il Sindacato Italiano dei veterinari Liberi Professionisti, per chiedere conto alla federazione quali sono i risultati raggiunti, visto che la stessa si era data un termine di tre mesi per valutare i primi step dell'accordo. I tre mesi sono passati (precisamente scaduti il 25 settembre) ma di risultati nemmeno l'ombra. Fnovi in un comunicato dei primi di ottobre avrebbe lasciato intendere che di fatto le sterilizzazioni non sono nemmeno iniziate. Silvelp chiede che i dati raccolti vengano resi noti e anticipa il proprio giudizio “totalmente negativo” spiegandone le ragioni.
Veterinari contrari al sostegno alla Brambilla
Anzitutto ritengono controproducente per la categoria “il sostegno a un rappresentante politico chiaramente in cerca di visibilità mediatica , all’indomani della fondazione di un nuovo partito da lei stessa capeggiato e che professa teorie in netto contrasto con gli interessi della Veterinaria e che rischia di collocare la Fnovi stessa, a sua volta sempre più “famelica” di visibilità mediatica a qualsiasi costo, come simpatizzante di una parte politica a ridosso delle prossime elezioni. . Fatto questo generatore d’ombre e quindi inopportuno per qualsiasi istituzione. E forse anche foriero di pericoli”.
“Uno schiaffo alla preparazione e alle competenze della professione”
L'accordo in oggetto, continua Silvelp, dà per presupposto che determinati parametri “tecnici” possano essere considerati di per sé garanzia di qualità della prestazione veterinaria erogata: un elenco di materiali e strumentazioni senza riferimenti alle modalità di espletamento. Il che, secondo il Silvelp rappresenta uno schiaffo alla pre parazione e alle competenze della professione”. La sottoscrizione dell'accordo da parte di un'associazione di categoria che, dice Silvelp “ trae profitto dalla “vendita” di percorsi formativi applicati alle BPV (acronimo Buone Pratiche Veterinarie, oggetto dell'accordo) e dalla certificazione BPV delle strutture, oltre ad essere discutibile, confermano la volontà di dare maggior spazio e peso a strutture e non ai professionisti e alle loro competenze.
“Nessuna garanzia sui pagamenti delle prestazioni”
Il Protocollo d’intesa – dice Silvelp - non prevede alcun minimo tariffario da corrispondere da parte delle associazioni aderenti ai veterinari che parteciperebbero all’iniziativa, né tantomeno prevede alcuna forma di garanzia che le prestazioni vengano effettivamente pagate. Inoltre gli elenchi dei medici veterinari aderenti (meno di 300, su oltre 35.000 veterinari iscritti agli Ordini, sono state le richieste di aderire al protocollo), non sono stati messi a disposizione nemmeno ai diretti interessati ma consegnati senza nessuna tutela alle associazioni individuate nella sottoscrizione. Un accordo dunque, secondo Silvelp, “fortemente penalizzante per i veterinari e decisamente vantaggioso per la contropoarte, a cui viene fornito l'alibi per continuare a credere che la qualità delle prestazioni professionali veterinarie non debba essere adeguatamente pagata. L’esatto contrario di quanto ritiene e da anni continua a sostenere il Sivelp. In Medicina si parla di prestazioni agevolate attraverso il sostegno di associazioni, ma senza penalizzare o sfruttare i professionisti.
“I chiarimenti si impongono anche per i non trascurabili profili politici - chiude il Silvelp -. Non vorremmo una categoria strumento di campagna elettorale. A pretendere trasparenza alla Federazione questa volta è a gran forza l’intera categoria, di quella vera che con sempre maggiore difficoltà cerca di guadagnarsi da vivere tutti i giorni “sul campo”, non quella “aristocratica” rappresentata nei salotti che dà l’impressione di credere che il popolo si sfami con i croissants".