Lo dice questo giovane di Maddaloni (Caserta), 23 anni. E' un fotogiornalista freelance da poco iscritto all'ordine dei giornalisti: attualmente collabora con alcuni giornali online, occupandosi principalmente di sport e reportage, perchè preferisce l'azione alla monotonia. Durante il tempo libero pratica le sue passioni come il ciclismo, lo kickboxing e la caccia, facendo lunghe passeggiate in montagna col suo ausiliare, sempre con macchina fotografica al seguito.
E' arrivato alla caccia ad appena 18 anni di età, subito dopo la scomparsa del nonno ed è proprio con il suo fucile un Beretta A300 che ancora oggi porta avanti la sua passione.
A differenza del nonno, al quale piaceva la caccia al tordo, al merlo, all'allodola e quant'altro si poteva cacciare da appostamento a quei tempi, pratica soltanto caccia vagante con cane da ferma alla quaglia e alla beccaccia, appunto.
Attualmente caccia con un drahthaar di circa 3 anni. Non fa parte di alcuna associazione venatoria, e nemmeno di qualche organo di gestione o organizzazione politica, ma un giorno gli piacerebbe farne parte sia per salvaguardare la natura sia per sostenere questa bellissima attività, la caccia, che sta scomparendo giorno dopo giorno.
Questo il suo racconto di quello che gli è successo all'apertura di questa annata venatoria: "Dopo essermi alzato dal letto prima del suono della sveglia, data la forte ansia per l'imminente apertura della nuova annata venatoria, prendo tutta l'attrezzatura preparata il giorno prima con molta accuratezza e dedizione, esco per prendere prima il mio amico anche lui pieno di adrenalina visto che è alla sua prima licenza di Caccia, poi passo a prendere il cucciolone che mi accompagnerà per tutto l'anno. Dopo una fermata al bar per una breve e veloce colazione decidiamo di recarci lungo gli argini del fiume Volturno per insidiare qualche quaglia di passaggio visto che qui si trova erba medica e grano in quantità. Arrivati sul posto scendiamo ed iniziamo la cacciata, ma prima prometto al mio amico che il primo selvatico lo faccio sparare a lui. Dopo qualche ora di cammino senza aver trovato niente vediamo che "Dick" il cucciolone di circa tre anni inizia ad accennare la presenza di qualche selvatico con il suo forte movimento della coda, ed ecco che appena ci avviciniamo al cane si invola come una saetta una quaglia sparata dal mio amico che con ben tre fucilate la fa volare via dall'altro lato del fiume dove non la possiamo più cercare. Dopo qualche minuto di silenzio per la padella fatta, vengo a sapere che la colpa è stata della cartuccia. E' un classico. Risata mastodontica. Dopo una padella, dicono tutti così. C'è anche una vecchia canzone".