Sull'abrogazione della disposizione nella Legge regionale della Lombardia che prevedeva la sospensione del tesserino venatorio per un anno in caso di recidiva per allenamento cani nelle zone di divieto, Fidc Brescia risponde alle osservazioni della Pro Segugio e definisce “grave” e “inaccettabile” la motivazione addotta dai dirigenti dell’associazione cinofila per plaudere alla modifica della legge.
“In sostanza – scrive Fidc Brescia - sostengono che ci sia un atteggiamento persecutorio nei confronti di una sola categoria di cani, il segugio e che la recidiva andava sospesa perché può accadere che durante l’addestramento cani, citiamo letteralmente “i segugi che per definizione sono adusi ad inseguire animali che percorrono anche tratti di considerevole distanza, che a volte portano involontariamente all’interno di zrc e zra”.
Scrive la Fidc di Brescia: "la legge non dice questo, cari sognori! La legge dice, art.51 comma 1quater, che durante il periodo di addestramento cani consentito si applica la sanzione di 50 euro, è solo quando l’addestramento cani NON è consentito che si sarebbe dovuto applicare la sospensione del tesserino per chi veniva pescato per la seconda volta in zona di divieto. E se si è in una zona addestramento cani, con regolare ricevuta, i cani escono e vanno in Zrc la sanzione è sempre 50 euro. Le bugie hanno le gambe corte e aver tolto la sospensione del tesserino penalizza la caccia dei cacciatori onesti, soprattutto dei segugisti onesti!".
Quanto alla richiesta di istituzione di nuove aree di addestramento, Fidc ribatte: "se esistono zone di addestramento cani per cani da seguita a Brescia è perché le sezioni comunali della nostra associazione le richiedono, convincendo i proprietari terrieri, le gestiscono e le fanno funzionare; ai dirigenti della Prosegugio sfugge che l’articolo 21 comma 1 della legge regionale consente anche alle associazioni cinofile di istituire zone addestramento cani".