E' una realtà da terzo mondo quella in cui ci troviamo a vivere in quest'Italia che permette che un branco di cani uccida indisturbato per giorni. A dirlo è proprio il sottosegretario Francesca Martini intervenuta ieri alla trasmissione rai Cominciamo bene.
Nel 2009 una cosa simile “Non e' accettabile e nemmeno concepibile - ha detto la Martini - sul piano etico, sul piano umano ma anche su quello amministrativo". Un Paese civile non dovrebbe permetterlo, eppure è successo. Ed è successo anche che la stessa Martini fermasse l'ordinanza del sindaco di Modica al grido di “Nessuna mattanza!”. Aggiungendo di “temere ritorsioni a tappeto contro gli animali liberi”. I cori degli animalisti poi, come al solito, si sono moltiplicati sulle reti televisive nazionali e sulla stampa, accompagnati da un'assurda indignazione per le vite di “quei poveri cani abbandonati”, braccati dalle forze dell'ordine e talvolta uccisi. Quei cani sono irrecuperabili e l'unica cosa sensata da fare è proprio quella di abbatterli.
Certo, la colpa è dell'uomo che non ha saputo gestire la situazione, è dei comuni, è dello stato che non ha costruito le strutture ma ora occorre agire e tutelare l'incolumità pubblica, anche e soprattutto mutando questo atteggiamento di difesa ad oltranza della vita animale, un comportamento che a lungo andare determina anche l'insorgere di questi tragici episodi. Qualcuno è stato capace addirittura di dire che il bambino massacrato dai cani randagi “aveva invaso il territorio del branco”, facendo quel giro in bicicletta sul litorale di Scicli. Cose davvero dell'altro mondo.