La cronaca di queste ultime settimane ha portato sotto gli occhi di tutti che il problema del randagismo è un'emergenza da combattere con le dovute forze e che quanto finora è stato fatto, leggi comprese, non è servito ad arginare il fenomeno in molte zone soprattutto del sud Italia, dove il livello d'allarme è talmente alto da essere ancora oggi un pericolo pubblico.
Come abbiamo visto, molti di questi cani randagi, vengono affidati a strutture non idonee che spesso non fanno che aumentare l'entità della situazione, sperperando ingenti risorse pubbliche. Qualcosa in Sicilia, dopo i tragici eventi del litorale di Modica, si sta finalmente muovendo.
La Ausl di Palermo sta in questi giorni cercando di far luce sulle strutture abusive che ricevono i contributi dal Comune: “Non possiamo stabilire quante sono - dice Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell'Ausl 6 - ma stiamo lavorando per porre fine a questa storia. Com´è possibile che i Comuni paghino degli abusivi che non hanno alcuna autorizzazione per tenere i randagi? Normale diligenza vuole che si facciano prima dei controlli". Molte di queste strutture convenzionate con grossi comuni siciliani, stanno ricevendo i dovuti controlli e, ci auguriamo, le dovute sanzioni.