L'Anmvi chiede una legge del Parlamento che disciplini per via legislativa ordinaria le aggressioni canine. Il fenomeno, secondo l'associazione dei veterinari italiani, risulta privo di governance e di finanziamenti.
“La prevenzione e la tutela dell’incolumità pubblica sono ancora affidate ad una ordinanza ministeriale e non ad un provvedimento legislativo ordinario- dichiara Raimondo Colangeli, Vicepresidente ANMVI (Settore Medicina Veterinaria Comportamentale)- per questo abbiamo elaborato una proposta di legge, che siamo pronti a condividere con i parlamentari disponibili a rivedere l’attuale assetto normativo, a cominciare dalle parlamentari veterinarie Doriana Sarli, Rosellina Sbrana e Caterina Biti”.
I Medici Veterinari, pubblici e privati, “possono migliorare le proprie azioni di intervento, secondo le loro diverse competenze professionali- afferma Colangeli- ma tutto ciò richiede un radicale ripensamento operativo, legislativo e finanziario”.
A fronte del ripetersi di episodi, anche drammaticamente gravi, di aggressioni canine, le norme vigenti non risultano efficaci a prevenire (educazione/patentino) né a gestire il fenomeno (interventi sanitari e veterinari sulle persone e sui cani aggressori-aggrediti, tracciabilità dei casi, statistiche di monitoraggio, misure sanzionatorie).
In Italia non esiste una epidemiologia ufficiale e sistematica delle morsicature e delle aggressioni canine, né ai danni delle persone né di altri cani. Ciononostante, Il controllo delle morsicature e delle aggressioni da cani è stato inserito nei LEA senza che risultino evidenze di finanziamento (spesa pubblica) fondata su dati e programmazione.
“Il problema si verifica tanto nei luoghi pubblici che in ambito domestico, da parte di randagi come di cani di proprietà. Ne pagano il prezzo tutti, i cittadini e anche i cani- afferma Colangeli- spesso abbattuti o rinchiusi a vita. Al contrario una efficace educazione al corretto binomio “persona-cane” potrebbe prevenire il verificarsi di fatti drammatici e costosi sotto tutti i punti di vista. Da Medici Veterinari- conclude- possiamo rifondare la relazione con i cani, su evidenze scientifiche e di medicina veterinaria comportamentale che hanno ormai acclarato che il problema non sono le razze canine e che le soluzioni sono tutte affidate all’intervento umano”.