Un servizio del Tg5 di poche settimane accusava i cacciatori di essere i veri responsabili del fenomeno del randagismo, fomentando nell'immaginario collettivo del pubblico un'immagine completamente distorta della figura del cacciatore, talmente insensibile da abbandonare il proprio segugio una volta finita la stagione venatoria per non dover occuparsi di lui.
E' purtroppo ancora colpa dei cacciatori quando la stampa affronta il tema dei bocconi avvelenati, fenomeno per altro in aumento soprattutto nelle aree urbane. Secondo diverse notizie diffuse a mezzo stampa dai vari esponenti dell'area ambientalista - animalista, sarebbero infatti ancora i cacciatori, (insieme ai tartufai, nell'interesse di eliminare i cani degli altri cercatori di tartufi) a spargere esche avvelenate al fine di uccidere più volpi, lupi, faine possibili, per assicurarsi la certezza di avere prede da cacciare.
Niente di più offensivo per una categoria che del rispetto delle tradizioni e della natura fa la sua essenza. Su segnalazione di un nostro utente, abbiamo letto oggi un articolo sul Corriere di Arezzo che spiega direttamente dalle parole del segretario generale della Provincia di Arezzo Gabriele Chianucci, come il fenomeno delle polpette killer finora “appannaggio di una piccola parte di cacciatori e cercatori di tartufi poco intelligenti”, oggi si sia allargato in maniera preoccupante a parchi pubblici e giardini privati.
Vogliamo accogliere e sottoscrivere le parole del nostro segnalatore, cacciatore e tartufaio (che rimarrà anonimo per questioni di privacy). “Credo di sentirmi offeso, e come me, gran parte delle persone che condividono queste passioni, per colpa delle continue dicerie ambientaliste siamo continuamente bersagliati dalla televisione e dai giornali facendoci passare sempre come bracconieri o disurpatori”.
A onor di cronaca ci preme sottolineare che è l'atteggiamento generale della stampa in merito a queste questioni che ci indigna, al di là dell'articolo citato, che non ha fatto altro che riportare alcune dichiarazioni, quelle si contestabili.