Il cane giocò sicuramente un ruolo importante nello sviluppo delle prime comunità economiche stanziali. Un nuovo studio, pubblicato su Biology Letters dimostra che, durante il Neolitico, i cani erano già compagni inseparabili dell'uomo. Affrontarono infatti insieme ai pastori e agli agricoltori orientali la migrazione fino all'Europa.
Il cane dunque era tra quelle innovazioni, insieme ai trucchi e alle conoscenze per l'agricoltura, e ad altri animali addomesticati, che portarono alla diffusione e al successo della specie umana nei diversi continenti.
La migrazione avvenne circa 9 mila anni fa dalle terre della cosiddetta mezzaluna fertile, la regione che oggi comprende Iraq, Siria, Libano, Giordania, Israele ed Egitto. Qui società di cacciatori e raccoglitori iniziarono a specializzarsi nella coltivazione di cereali e legumi e ad addomesticare animali, ovini soprattutto.
I cani erano già presenti in Europa (furono i primi animali ad essere addomesticati dall'uomo), come dimostrano studi precedenti. Questo nuovo studio testimonia che i cani provenienti da oriente si unirono alla popolazione canina europea, diluendone le già molto mescolate caratteristiche genetiche.