Con troppa superficialità (o intenzione?) spesso, senza alcuna prova o alcun elemento fondato, i caccatori vengono esposti alla gogna mediatica, incolpati sovente dalla stampa di maltrattare o uccidere i loro cani o quelli degli altri.
E' successo un'altra volta. Questa volta a compiere questa “leggerezza” è Il Resto del Carlino di Rovigo, che in un articoletto apparso sulla versione cartacea di martedì 9 aprile, ha ingiustamente accusato la categoria sin dal titolo (Cacciatore spara e uccide un cane).
Si scopre poi nel testo dell'articolo che non si sa affatto chi abbia sparato. E' stata una signora a passeggio a trovare il corpo del cane (probabilmente un randagio) e ad allarmare i Carabinieri, che hanno subito aperto un'indagine. Dunque potrebbe essere stato chiunque. Pechè tirare in ballo i cacciatori? Una prova di ferro: il cane è stato trovato di domenica e “La domenica, come è noto - si legge sul giornnale - , è il momento della settimana che i cacciatori dedicano alla loro passione”. Peccato che siamo in aprile e non esiste cacciatore armato a zonzo per i boschi.
La Federcaccia di Rovigo ha scritto ai quotidiani provinciali per segnalare le illazioni diffamatorie diffuse sulla stampa locale a partire dalla considerazione fondamentale che la caccia è chiusa in questo periodo e che sulla vicenda c'è ancora un'indagine aperta dai carabinieri. La testata in questione ha pubblicato la replica e fatto mea culpa. Un atto doveroso.