Sembra incredibile ma in questo particolare periodo di restrizioni necessarie occorre registrare l'ennesima polemica proveniente dal mondo animalista che chiede un'eccezione per chi esce per portare da mangiare agli animali randagi.
L'Ente nazionale protezione animali (Enpa) in particolare dice "basta multe a chi si occupa degli animali liberi in città" cioè di colonie feline e in generale di fauna urbana, e scende in campo con il suo ufficio legale per assistere i volontari animalisti ingiustamente sanzionati e che fanno quello che dovrebbero fare i Comuni anche in un periodo di emergenza come questo. Eppure in molti casi vengono multati da Polizie locali e dalle forze dell'ordine.
"Sono numerosi ormai i casi di cui si sta occupando la Protezione Animali in questi giorni - spiega l'Enpa - non solo nostri volontari. Si tratta di persone che, spesso per non far morire di fame i gatti di colonia o i randagi liberi sul territorio (in molte Regioni la legge regionale prevede il "cane di quartiere" che va accudito), adottano tutte le misure di sicurezza personale e rischiando in prima persona si prendono cura di animali che altrimenti sarebbero abbandonati". A sostegno di tutti i volontari multati o denunciati, l'Enpa ha messo a disposizione il proprio Ufficio legale. "Eppure le indicazioni del Governo e quelle specifiche del ministero della Salute sono chiare: accudire un animale è uno stato di necessità, il lavoro volontario di chi si occupa di animali liberi non solo è consentito ma è indispensabile, necessario, indifferibile ed è espressamente consentito dal ministero della Salute, che permette gli spostamenti per questa finalità. Molti Comuni virtuosi e qualche Regione hanno addirittura coordinato le attività con le associazioni" afferma l'Enpa.
La presidente nazionale Carla Rocchi dice: "Ci appelliamo al presidente dell'Anci Antonio De Caro, ai vertici di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza affinché siano diramate norme di comportamento chiare per chi effettua i controlli, nella speranza che chi si prodiga volontariamente (spesso, ribadiamo, sostituendosi ai Comuni) non sia considerato per principio un furbetto che vuole eludere le norme".