La Lav si scaglia contro i sindaci che deliberano vietando la possibilità di nutrire i randagi e in particolare se la prende con il sostituto procuratore di Teramo David Mancini che secondo l'associazione, paventerebbe che chi dà da mangiare ai cani randagi, anche senza portarli a casa, ne diventi proprietario, assumendosi l'onere di esserne responsabile davanti alla legge.
Una misura che crediamo debba avere una maggiore considerazione visto che è molto facile per questi sedicenti amanti degli animali, nutrirli e poi non occuparsi del pericolo che rappresentano per la comunità, (randagi in questo caso ma il problema si ripropone spesso anche per cinghiali, piccioni, cervi, orsi, ecc.). L'intervento di Mancini, che lo si voglia o meno, tenta di ripristinare una sorta di buonsenso nelle azioni dei cittadini, che devono insieme alle istituzioni, sentirsi maggiormente responsabili delle loro azioni.
Per la Lav invece “L’ipotesi sostenuta dal sostituto procuratore – come dichiara Ilaria Innocenti del settore Cani e Gatti della LAV - è fuorviante e crea inutile allarmismo: i cani randagi sono del sindaco, in base al Codice Civile, e non dei cittadini che sostituendosi alle Istituzioni se ne prendono cura. Sono numerose le Leggi e le Ordinanze Ministeriali che pongono in capo ai Comuni la responsabilità degli animali vaganti sul proprio territorio ci domandiamo sulla base di cosa il sostituto procuratore Mancini abbia formulato questa discutibile teoria che rischia di creare grande confusione”.