Il problema dei cani randagi della provincia di Ragusa, al centro della cronaca di pochi mesi fa per le aggressioni ai danni di alcuni cittadini, sembra non trovare ancora un epilogo.
E' notizia di questi giorni che 15 dei cani rinchiusi nella struttura di Salvatore Mangione sono stati avvelenati. Il gesto, sicuramente condannabile, è però lo specchio di una situazione paradossale. Da una parte si cerca di proteggere ad ogni costo dei cani irrecuperabili, dall'altra si lascia che sopravvivano in strutture che non hanno i mezzi per mantenerli e ci si disinteressa delle loro sorti, una volta passato il clamore mediatico sull'onda dello sdegno umano di fronte all'ipotesi di soppressione di un cane. Che poi come successo a Marina di Modica abbia letteralmente fatto a pezzi un bambino o meno, non conta un granchè.
Disinteresse documentato dalla gara di affidamento di 50 di quei cani pericolosi, andata completamente deserta. A testimoniare l'assenza degli animalisti nella vicenda ci sono le dichiarazioni dell'Assesore all'Ambiente Filippo Cavallo “Spiace sottolineare lo scarso coinvolgimento delle associazioni animaliste – ha detto Cavallo -, che si fanno sentire solo quando succede il danno. Se a questo si aggiunge che la gara per l’affidamento del controllo del randagismo, espletata lo scorso 22 maggio, è andata deserta, abbiamo sufficienti elementi per una seria riflessione. Vorrei portare questa problematica, nei suoi molteplici aspetti, all’esame del prefetto di Ragusa, al quale a breve chiederò un incontro”.