La vicenda del cane eroe Uno, morto sul "lavoro" mentre tentava di difendere il proprio gregge, cosa che per la verità non è così fuori dal comune, sta riportando all'attenzione l'eccellente lavoro a protezione degli allevatori che svolgono sempre più cani acquistati e addestrati allo scopo. A tal proposito ricordiamo il Progetto pilota ENCI cani da guardiania.
Anzitutto c'è da fare una distinzione. I cani da pastore, pur appartenendo tutti al medesimo gruppo (“gruppo 1”) nella classificazione FCI, svolgono funzioni completamente diverse, a seconda che si tratti di “cani da guardiania” o di “cani da conduzione di gregge”; i primi sono impiegati esclusivamente per difendere il bestiame, una mansione per la quale, in presenza di una solida memoria di razza e di corrette pratiche di selezione zootecnica, non necessitano praticamente di nessun addestramento specifico, i secondi vengono addestrati per condurre il gregge
I cani guardiani fanno probabilmente parte delle più antiche razze da lavoro (Coppingher) Il loro lavoro si svolge quasi esclusivamente a contatto con il bestiame, con il quale vengono lasciati anche per molte ore senza la presenza del pastore. Per questo motivo il cane da guardiania deve avere forte attaccamento al gregge, che non deve mai abbandonare, assenza di istinto predatorio, senso di protezione verso gli ovini e grande coraggio.
Il corretto utilizzo dei cani da guardiania rappresenta uno dei metodi più efficaci per ridurre i danni derivanti dalla predazione e per la mitigazione del conflitto tra zootecnia e predatori selvatici.
Nel 2018 ha ufficialmente e concretamente preso il via il Progetto Pilota, interamente sostenuto da ENCI, denominato: “La difesa delle greggi mediante l'utilizzo del cane da pastore maremmano abruzzese in aree caratterizzate da alto rischio di predazione e forte sviluppo turistico: inserimento, gestione e monitoraggio di soggetti selezionati per tipicità ed equilibrio”. Attraverso il pieno sostegno a questi progetto ENCI mira a svolgere ogni efficace azione finalizzata alla valorizzazione dell’allevamento selezionato, all’implementazione delle conoscenze e competenze in ambito cinofilo degli allevatori di bestiame, ed alla sensibilizzazione del pubblico verso i temi della corretta convivenza uomo/cane.
Il Progetto prevede l’assegnazione, l’introduzione ed il successivo monitoraggio di una dozzina di cuccioli di cane da pastore maremmano abruzzese, ceduti a titolo gratuito da allevatori appartenenti al CPMA (Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese) ad aziende agricole toscane ricadenti in aree definite “sensibili”, per pregressi episodi di predazione alle greggi e conseguenti danni alle attività antropiche e che, nel contempo, si trovano all'interno di zone ad alta frequentazione turistica, soprattutto nel periodo estivo. Il progetto è finalizzato a consolidare il corretto utilizzo del cane da guardiania, al fine di confermarne la peculiarità di uno degli strumenti più adatti alla mitigazione del conflitto tra zootecnia e predatori selvatici. (Fonte Enci.it)