La piaga del randagismo, lo abbiamo ribadito più volte, non è un problema circoscritto alle sole città ma riguarda sempre di più anche le zone rurali e costituisce un serio problema per l'incolumità pubblica e per gli allevatori.
Il vero problema lo si ha quando questi cani abbandonati formano dei veri e propri branchi che altro non fanno che comportarsi come lupi, i loro diretti antenati.
Proprio come i temuti predatori infatti cacciano lepri e ungulati nei boschi e nelle zone antropizzate arrivano ad attaccare greggi e allevamenti. Una notizia fresca fresca di questa notte parla di un attacco ad un gregge di pecore (tutte uccise) ad Avezzano, comune in provincia de L'Aquila.
Nei dintorni del fatto sono inoltre stati ritrovati uccisi un maiale ed alcuni bovini. Questo attacco non è che l'ennesimo nell'arco di poche settimane a detta degli allevatori della zona, che intanto hanno chiesto ad Asl e Comune un intervento incisivo per limitare i danni alle proprie attività.
In diversi comuni della provincia è ormai facile imbattersi in gruppi di animali che vagano indisturbati per la strada e tra i campi. Occorre nuovamente ricordare che su un totale di 600 mila cani randagi in Italia, solamente meno di 150mila si ritrovano custoditi nei canili nonostante le numerose leggi e ordinanze emesse dagli enti pubblici e dai comuni.