A fronte di una situazione insostenibile che vede ancora 70 mila randagi sul territorio siciliano, l'amministrazione regionale ha erogato una nuova direttiva che stabilisce in maniera concisa gli obblighi e le competenze dei comuni sulla gestione del fenomeno.
A loro è affidato il compito di provvedere direttamente alla cattura dei cani vaganti con operazioni tese alla salvaguardia dell'incolumità pubblica, la Polizia municipale dovrà essere dotata di dispositivi di lettura dei microchip per individuare eventuali proprietari, identificare quelli privi di chip di indentificazione e affidarli a strutture convenzionate.
Dovranno occuparsi di stabilire le convenzioni in accordo con le Ausl con i veterinari per le sterilizzazioni, costruire eventualmente i canili necessari e pensare concretamente alla loro gestione sotto il controllo dell'Auls. Inoltre dovranno provvedere alla stipula di una assicurazione per gli eventuali danni causati a terzi da cani vaganti sprovvisti di proprietario; provvedere alla attuazione dei piani di controllo delle nascite; irrogare le sanzioni amministrative previste (che resteranno comunque destinate al finanziamento degli interventi di settore) per l'inosservanza e le violazioni degli obblighi previsti dalla normativa vigente.
Altri punti della direttiva sono rivolti alle Ausl che hanno, fra l'altro, il compito di garantire un corretto equilibrio del rapporto uomo - animale - ambiente.