L'ente per la protezione animali italiana (Enpa) ha ideato una campagna per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni governative, in particolare il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini sulla questione di quelle che vengono chiamate dall'ente “deportazioni” di animali domestici all'estero.
Secondo la nota associazione animalista esisterebbe un'organizzazione per trarre profitto dal sovrannumero dei cani e dei gatti raccolti nelle strade italiane una volta portati all'estero con la scusa di “finte adozioni”.
“ A scadenze fisse – dice l'Enpa -, carichi di cani e gatti partono, senza documenti, da ogni regione d’Italia. Appena passato il confine, diventano l’oggetto di un commercio assai vantaggioso". "Quello che dovrebbe essere un "rimborso spese" - continua l'Enpa - può arrivare fino a 350-400 euro per un meticcio qualunque, indipendentemente dall’età o dallo stato di salute".
"In materia di tutela degli animali - commenta l’Enpa - l’Italia ha le leggi più avanzate d’Europa; tuttavia il nostro Paese non è esente da colpe che si chiamano abbandono e randagismo. Troppi Comuni e Asl sono ancora inadempienti rispetto ai loro obblighi di tutela e di vigilanza. Così, il rimedio è semplice ed economico: eliminare il problema chiudendo gli occhi sulla deportazione all’estero degli animali in soprannumero".