A partire dalla disavventura vissuta da un cacciatore olandese, che è finito in tribunale per aver sparato ad un lupo che si era avventato contro il suo cane da caccia, e infine è stato assolto, l’associazione tedesca DJV segnala l’esigenza di fare luce sul diritto di difesa dei cacciatori in casi simili. Si chiedono norme chiare che non lascino spazio ad interpretazioni. A tal proposito si riporta la situazione esemplare della Svezia: lì, la legge sulla caccia chiarisce che i cacciatori possono uccidere un lupo se sta per attaccare cani o bestiame. Prima di farlo, però, bisogna tentare di scacciare il lupo con grida e colpi di avvertimento.
Il cacciatore in questione ha avuto solo oggi, nel 2023, l’assoluzione (anche se il verdetto non è ancora definitivo). La vicenda invece si riferisce al 2019. In quell’occasione per fermare gli attacchi del lupo, che aveva già ferito gravemente un gruppo di cani, durante l’aggressione provò prima a battere le mani e a sparare un colpo di avvertimento, senza sortire nessun effetto per salvare il proprio cane. Solo in seguito decise di mirare direttamente l’animale, uccidendolo.
Come stanno le cose in Italia? Sicuramente la questione è complessa, perchè se è vero che il nostro ordinamento tutela la legittima difesa in situazioni di turbamento o di grave pericolo, è pur doveroso riconoscere che in caso di specie particolarmente protette, come è il lupo, sicuramente si passerebbero guai legali. Qualche anno fa ci provò l’allora Ministro Centinaio ad inserire nella norma sulla legittima difesa in revisione in Parlamento, una specifica che riguardasse gli animali selvatici. Ma di quell’iniziativa, dopo le pressioni dei Cinque Stelle, al governo insieme alla Lega, non si seppe più nulla.