Un recente studio pubblicato sulla Rivista Scientifica Biodiversity and Conservation evidenzia l'impatto dei cani liberi sulla fauna nelle aree protette in Italia.
Lo studio rivela che i cani mal gestiti possono avere impatti negativi sulla fauna, tra cui predazione, competizione, trasmissione di patogeni e disturbo. Con il crescente numero di cani domestici e l'aumento di cani vaganti o abbandonati, il problema diventa più allarmante.
I risultati dello studio, basati su dati raccolti da cittadini e campioni fecali, mostrano 589 aggressioni di cani a 95 specie selvatiche diverse in varie località italiane dal 2002 al 2022. Il 95.75% di queste aggressioni ha causato la morte dell'animale selvatico coinvolto.
Il campione include attacchi da cani vaganti e padronali non tenuti al guinzaglio. Le specie colpite variano dal capriolo al riccio, dalla nutria alla lepre e al merlo. Anche specie a rischio o prossime alla minaccia sono coinvolte. Molti dei vertebrati attaccati non apparteneva a specie a rischio di estinzione ma non mancano casi di specie “prossime alla minaccia” e “vulnerabili” o anche a “rischio di estinzione”. Infine nel campione sono incluse anche 8 specie endemiche italiane, di cui 3 ad alto rischio di estinzione, tra le quali figura anche l’orso bruno marsicano con un solo caso registrato (l’orsa Morena).
I campioni fecali di cani raccolti in aree rurali del Centro Italia mostrano che i mammiferi costituiscono l'alimento principale per i cani, con cinghiali, pecore, lepri, caprioli e pernici grigie tra le specie identificate.
Il disturbo causato dalla presenza di cani può avere effetti a cascata, creando un "paesaggio della paura" in cui gli animali selvatici modificano i loro comportamenti per evitare ulteriori disturbi.
Lo studio sottolinea l'importanza del rispetto delle regole nelle aree protette per la gestione dei cani, inclusa la prevenzione del randagismo. Invita anche i visitatori a seguire rigorosamente i regolamenti, portando i cani solo lungo i sentieri autorizzati e tenendoli sempre al guinzaglio.